Scintillante divertissement erotico-pornografico di stampo sadiano, ma scritto con la prosa veloce ironica e divertita di un Voltaire. Coprofilia, sadismo che si spinge all'assassinio gratuito, sodomia selvaggia, incesto pederastico omosessuale, infine condanna a morte di un gitone che muore godendo tra terribili spasimi impalato per quella parte là.
Detto così sembra una mostruosità, e invece è un pezzo di bravura letteraria.http://www.anobii.com/
domenica 5 febbraio 2012
Fumetto e omosessualità
La lettera di oggi
Creato il 08 giugno 2010 da WallyCiao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi mi è arrivata questa comunicazione:
"Gentile elfodiluce,
i fumetti di Frocik che lei utilizza sono stati dati da Massimo Consoliprima
della sua morte a Delia Vaccarello per la rivista Fuorispazio
che contiene ampio materiale donato da Consoli e raccolto poi dietro richiesta
specifica dalla Fondazione Massimo Consoli
cortesemente li tolga o ne citi correttamente la provenienza.
Lei è libero di scrivere ciò che desidera
ma ciò che addolora è lo spirito che anima la sua mano "critica".
Si rende conto degli anni in cui sono stati disegnati e le condizioni storiche
in cui quei PRIMI vagiti han preso le mosse?
Certo Verde e Consoli non avevano a disposizione gli strumenti che la
tecnica oggi le permette.
Gaialolita per la redazione di fuorispazio."
Cara Gaialolita, forse nel mio post non si è capito che il mio non era un processo alle intenzioni, ma un giudizio sul materiale fumettistico in quanto tale. Massimo Consoli è stato un grand'uomo, e se in Italia avessimo avuto più attivisti devoti alla cultura e alla memoria storica come lo è stato lui, oggi probabilmente saremmo in un paese diverso e sicuramente migliore per la comunità gay tutta (parere personale: i suoi libri dovrebbero essere letti da tutti gli omosessuali italiani).Detto questo mi dispiace di avere urtato la sensibilità di qualcuno e ho corretto le attribuzioni nel post, tuttavia credo che quello che mi viene scritto confermi proprio ciò che scrivevo, e cioè che purtroppo quando si crea un processo di identificazione fra un lettore omosessessuale e una produzione a tematica omosessuale si tende a perdere lo spirito critico. Frocik può essere definito, al limite, un'espressione grafica, ma non un fumetto e - mi spiace dirlo - è anche la prova che in Italia il mondo dell'attivismo e della militanza ha avuto fin dall'inizio la tendenza a vivere in una realtà a parte, giustificando e incensando tutto (o quasi) quello che veniva fatto in nome della causa, e ignorando (o quasi) il resto, soprattutto quando veniva prodotto al di fuori del circuito della militanza di cui sopra. Appellarsi alla povertà di mezzi e al contesto di quegli anni ha senso fino a un certo punto, visto che Frocik è stato pubblicato nel 1979, ma nel 1976 aveva già visto la luce Pike & Pike, fumetto gay di Graziano Origa e Vincenzo Jannuzzi...
Come si può intuire dalla striscia qui sopra si trattava di un fumetto nel senso pieno del termine (con una vera sceneggiatura e dei veri disegni), peraltro incentrato su due poliziotti del Bronx che stavano insieme! Un fumetto così - in quegli anni - non c'era in nessuna parte del mondo! Però, guardacaso, poichè era stato concepito e pubblicato al di fuori del circuito della militanza gay e lesbica italiana (venne pubblicato sulla rivista Contro nel 1976 e nel 1977), non mi risulta che sia mai stato valorizzato come avrebbe dovuto, nonostante sia stato citato in vari saggi dedicati al fumetto... A partire dalla sua scheda su L'ENCICLOPEDIA DEL FUMETTO edita da Ottaviano nel 1977 (cliccateci sopra per ingrandirla).
Poco importa se Graziano Origa, nel tempo, ha dato un notevole contributo alla cultura gay pop italiana (fondando - tra le altre cose - la rivista Gay Italia e collaborando alla prima Babilonia) e sia stato per decenni il fumettologo gay più preparato del nostro paese, pubblicando decine di saggi e guadagnandosi numerosi riconoscimenti (ha anche diretto la storica rivista FUMETTI D'ITALIA, vero cult per tutti gli appassionati di fumetto)... Il movimento gay, che in un'altra nazione lo avrebbe messo su un piedistallo (e in effetti negli anni '80, mentre viveva a New York, collaborò con riviste come Advocate, Torso e Blueboy) e lo avrebbe coinvolto regolarmente in iniziative di promozione culturale, da noi non lo ha mai calcolato (e nemmeno citato) granchè...
Forse la sua colpa è stata quella di mirare a produrre e a diffonderecultura gay (e non) senza appoggiarsi necessariamente al mondo della militanza gay italiana, tuttavia il suo caso è abbastanza sintomatico di una realtà culturale gay che, in Italia, presenta ancora diverse lacune. Certo è che, finchè ci si pone sulla difensiva di fronte ai confronti scomodi, le cose non cambieranno molto. Il fatto che poi il mondo dell'associazionismo e della militanza GLBT italiana abbia una certa tendenza all'autoreferenzialità (e alla suscettibilità) fa il resto. Questo, perlomeno, è quello che penso io (anche alla luce di tre anni di presidenza di un piccolo arcigay di provincia che non può permettersi di vivere in un mondo a parte, ma che d'altro canto è costretto a relazionarsi col "mondo a parte" delle associazioni GLBT italiane). Detto ciò ribadisco che - amio modestissimo parere - è importante valorizzare ciò che lacultura GLBT produce, ma per andare avanti è essenziale guardarsi attorno e dare a Cesare quel che è di Cesare, anche se all'inizio può risultare un po' impegnativo.
Alla prossima.
Cari lettori e lettrici: questo blog vi piace? Ci trovate notizie e informazioni che non trovate da nessuna parte? Non potete più farne a meno ? Non date per scontato che che questo idillio possa durare in eterno senza la vostra partecipazione! Onde evitare brutte sorprese guardate in alto a destra e troverete la possibilità di sostenere questo BLOG con un abbonamento simbolico. In parole povere: se vi iscrivete, ogni mese contribuirete alla salute di questo blog con la cifra di un euro. Se questo blog vi piace e se pensate che vada supportato questo è un modo comodo e sicuro per farlo...it.paperblog.com
Oggi mi è arrivata questa comunicazione:
"Gentile elfodiluce,
i fumetti di Frocik che lei utilizza sono stati dati da Massimo Consoliprima
della sua morte a Delia Vaccarello per la rivista Fuorispazio
che contiene ampio materiale donato da Consoli e raccolto poi dietro richiesta
specifica dalla Fondazione Massimo Consoli
cortesemente li tolga o ne citi correttamente la provenienza.
Lei è libero di scrivere ciò che desidera
ma ciò che addolora è lo spirito che anima la sua mano "critica".
Si rende conto degli anni in cui sono stati disegnati e le condizioni storiche
in cui quei PRIMI vagiti han preso le mosse?
Certo Verde e Consoli non avevano a disposizione gli strumenti che la
tecnica oggi le permette.
Gaialolita per la redazione di fuorispazio."
Cara Gaialolita, forse nel mio post non si è capito che il mio non era un processo alle intenzioni, ma un giudizio sul materiale fumettistico in quanto tale. Massimo Consoli è stato un grand'uomo, e se in Italia avessimo avuto più attivisti devoti alla cultura e alla memoria storica come lo è stato lui, oggi probabilmente saremmo in un paese diverso e sicuramente migliore per la comunità gay tutta (parere personale: i suoi libri dovrebbero essere letti da tutti gli omosessuali italiani).Detto questo mi dispiace di avere urtato la sensibilità di qualcuno e ho corretto le attribuzioni nel post, tuttavia credo che quello che mi viene scritto confermi proprio ciò che scrivevo, e cioè che purtroppo quando si crea un processo di identificazione fra un lettore omosessessuale e una produzione a tematica omosessuale si tende a perdere lo spirito critico. Frocik può essere definito, al limite, un'espressione grafica, ma non un fumetto e - mi spiace dirlo - è anche la prova che in Italia il mondo dell'attivismo e della militanza ha avuto fin dall'inizio la tendenza a vivere in una realtà a parte, giustificando e incensando tutto (o quasi) quello che veniva fatto in nome della causa, e ignorando (o quasi) il resto, soprattutto quando veniva prodotto al di fuori del circuito della militanza di cui sopra. Appellarsi alla povertà di mezzi e al contesto di quegli anni ha senso fino a un certo punto, visto che Frocik è stato pubblicato nel 1979, ma nel 1976 aveva già visto la luce Pike & Pike, fumetto gay di Graziano Origa e Vincenzo Jannuzzi...
Come si può intuire dalla striscia qui sopra si trattava di un fumetto nel senso pieno del termine (con una vera sceneggiatura e dei veri disegni), peraltro incentrato su due poliziotti del Bronx che stavano insieme! Un fumetto così - in quegli anni - non c'era in nessuna parte del mondo! Però, guardacaso, poichè era stato concepito e pubblicato al di fuori del circuito della militanza gay e lesbica italiana (venne pubblicato sulla rivista Contro nel 1976 e nel 1977), non mi risulta che sia mai stato valorizzato come avrebbe dovuto, nonostante sia stato citato in vari saggi dedicati al fumetto... A partire dalla sua scheda su L'ENCICLOPEDIA DEL FUMETTO edita da Ottaviano nel 1977 (cliccateci sopra per ingrandirla).
Poco importa se Graziano Origa, nel tempo, ha dato un notevole contributo alla cultura gay pop italiana (fondando - tra le altre cose - la rivista Gay Italia e collaborando alla prima Babilonia) e sia stato per decenni il fumettologo gay più preparato del nostro paese, pubblicando decine di saggi e guadagnandosi numerosi riconoscimenti (ha anche diretto la storica rivista FUMETTI D'ITALIA, vero cult per tutti gli appassionati di fumetto)... Il movimento gay, che in un'altra nazione lo avrebbe messo su un piedistallo (e in effetti negli anni '80, mentre viveva a New York, collaborò con riviste come Advocate, Torso e Blueboy) e lo avrebbe coinvolto regolarmente in iniziative di promozione culturale, da noi non lo ha mai calcolato (e nemmeno citato) granchè...
Forse la sua colpa è stata quella di mirare a produrre e a diffonderecultura gay (e non) senza appoggiarsi necessariamente al mondo della militanza gay italiana, tuttavia il suo caso è abbastanza sintomatico di una realtà culturale gay che, in Italia, presenta ancora diverse lacune. Certo è che, finchè ci si pone sulla difensiva di fronte ai confronti scomodi, le cose non cambieranno molto. Il fatto che poi il mondo dell'associazionismo e della militanza GLBT italiana abbia una certa tendenza all'autoreferenzialità (e alla suscettibilità) fa il resto. Questo, perlomeno, è quello che penso io (anche alla luce di tre anni di presidenza di un piccolo arcigay di provincia che non può permettersi di vivere in un mondo a parte, ma che d'altro canto è costretto a relazionarsi col "mondo a parte" delle associazioni GLBT italiane). Detto ciò ribadisco che - amio modestissimo parere - è importante valorizzare ciò che lacultura GLBT produce, ma per andare avanti è essenziale guardarsi attorno e dare a Cesare quel che è di Cesare, anche se all'inizio può risultare un po' impegnativo.
Alla prossima.
Cari lettori e lettrici: questo blog vi piace? Ci trovate notizie e informazioni che non trovate da nessuna parte? Non potete più farne a meno ? Non date per scontato che che questo idillio possa durare in eterno senza la vostra partecipazione! Onde evitare brutte sorprese guardate in alto a destra e troverete la possibilità di sostenere questo BLOG con un abbonamento simbolico. In parole povere: se vi iscrivete, ogni mese contribuirete alla salute di questo blog con la cifra di un euro. Se questo blog vi piace e se pensate che vada supportato questo è un modo comodo e sicuro per farlo...it.paperblog.com
Janù su Fondazione Franco Fossati
http://www.lfb.it/fff/fumetto/aut/j/jannuzzi.htmVincenzo JANNUZZI (Jan, Janù) | 1946 |
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Nasce a Spezzano Albanese (Cosenza, Italia) il 4 gennaio 1946. Dopo avere vissuto parte dell'infanzia e della giovinezza a Ovada, in Piemonte, e a Roma, approda infine a Milano negli anni della contestazione giovanile. Con un segno efficace e uno spirito indipendente che sfugge agli schemi tradizionali, utilizza il medium fumetto in modo libero ed estroso, rivelandosi come uno dei più interessanti autori underground italiani. Il suo primo personaggio, che gli attira l'attenzione dei lettori e l'apprezzamento degli esperti, è Ancillotto, un emigrante interno italiano alle prese con le situazioni e le contraddizioni di quegli anni, pesentato come striscia umoristica senza perdere l'occasione per esprimere umanità, rabbia, sconforto, passione. Viene dunque coinvolto da Alfredo Castelli nel laboratorio fumettistico della rivista Horrordell'editore Sansoni (verrà pubblicato anche da Super VIP e negli horror pocket), poi ripresentato da Sorry (dell'editore Ennio Ciscato) segnalato da WOW n. 5 (Luigi F. Bona Editore, 1976) e infine l'editore Ottaviano pubblica una versione di Ancillotto in volume ("Ancillotto l'emigrante", Milano 1978) nella storica collana "L'altro segno" accanto a Rius, Marcenaro e Mattotti. Rimarrà inedito un "Martin Eden" realizzato negli anni Ottanta, ispirato al romanzo di Jack London, dopo la cessione della casa editrice. Portato per un erotismo forte e sanguigno, spudorato e divertente, con ampio utilizzo del repertorio anticlericale e anticapitalistico, più anarchico che socialista, crea anche personaggi e brevi storie underground come "Il diario d'Immacolata", pubblicato in albo dalla Borsa del Fumetto di Milano nel 1978, seguito da "Albertine", entrambi riproposti a Parigi da Russo Editeur. Alcuni episodi brevi particolarmente espressivi e riusciti rimangono nel cassetto dell'autore, perché nessuno si sente di pubblicarli. Solo gli amici hanno la possibilità di vederli, e vengono canservati dall'artista sotto il nome ironico di "I racconti del no_comment". Nel 1978-79 pubblica vari episodi di "Ivan-Dalì" ne Il Mago (mensile a fumetti Mondadori diretto da Bepi Zancan), e i testi sono suoi, diCastelli e di Pichard. Nella redazione del periodico mondadoriano conosce Carlo Peirano, per il quale realizza la prima lussuosa edizione de "Le 11.000 verghe" (1979), dallo scabrosissimo romanzo di Guillaume Apollinaire; l'opera sarà pubblicata anche in Francia dalle Editions DL, in Olanda da Sombrero Outgeverej, nuovamente in Italia da Miani (1983) e in una pregiata edizione italiana definitiva della HEJ Book and Look (2006). Nel 1980 pubblica un volume nella collana AL-BUM della Biblioteca Umoristica Mondadori: "Vita mirabile dell'arcitruffatrice e vagabonda Coraggio", testo tratto dall'opera di Von Grimmelshausen, stessa fonte della "Madre Coraggio" di Brecht. Nel 1980 crea "Scabrina", nuovo personaggio femminile, a colori, non pubblicato. Gli vengono richieste invece sempre di più vignette e tavole "osé". Nel 1981 realizza un albo per bambini destinato ai Paesi arabi, "Nabo" (dal nome dell'antico re babilonese Nabopolassar), ma la guerra con l'Iran blocca il progetto quando già alcuni episodi sono stati realizzati. Nel 1984 disegna "Accadueò [H2O], parabola energetica, un racconto a fumetti di fantascienza grottesca, e"Ringorossi", due storie su testi di Enrico Castruccio (Orso) per la rivista 1984 dell'editore Puleio. Rimane invece inedito nel 1984, per chiusura della testata e della casa editrice, il racconto "Se la fortuna ti tocca" realizzato per Eureka sotto la direzione di Castelli e Silver. Pubblica in Olanda l'albo "Remengograd", su testi del poeta milanese Bruno Mandelli, un lungo racconto a fumetti ambientato nella Milano studentesca del "quartiere latino" di Brera. Realizza anche un'opera in 135 tavole, "Anni '70 in quattro risate... e un mal di pancia", con le "origini" di Ancillotto. Su "Tratti" Mobydick n. 66 pubblica "Contro l'AIDS", 16 pagine intense, prodotte dal Centro Documentazione del Leoncavallo, il centro giovanile milanese con il quale collabora per qualche anno. Negli anni Duemila, dopo molte esperienze come disegnatore, illustratore e muralista, ritorna al primo amore per il fumetto, e mentre viene riproposto in edizione lusso "Le 11.000 verghe" riappaiono sul sito internet personale sia creazioni di ieri (come "Corri corri Corallina") sia inediti ancora in fase di realizzazione (come "Rossilla Morbilla"). Le immagini di Vincenzo Jannuzzi in queste pagine sono tutte ©: dell'autore, diritti riservati, riprodotte per gentile concessione. | |
Museo del Fumetto - MILANO
Prefazione di IVAN D'ALI' su LAPROMENADECULT
http://lapromenadecult.wordpress.com/2011/05/02/vincenzo-jannuzzi-in-arte-janu/http://lapromenadecult.wordpress.com/2011/05/02/vincenzo-jannuzzi-in-arte-janu/
http://lapromenadecult.wordpress.com/2011/05/02/vincenzo-jannuzzi-in-arte-janu/http://lapromenadecult.wordpress.com/2011/05/02/vincenzo-jannuzzi-in-arte-janu/
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